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Il caso Riva d’epoca, quando l’asset alternativo è di nicchia

Parliamo di Riva, azienda storica italiana conosciuta a livello mondiale per le imbarcazioni e che ancora oggi vanta il patrocinio per l’icona della nautica mondiale, il Riva Aquarama. Costruite nel Novembre del 1962 dall’Ing. Carlo Riva, fondatore dell’azienda, queste imbarcazioni vengono oggi considerate a tutti gli effetti una asset class alternativa e rappresentano un mercato di nicchia, grazie alle valorizzazioni in costante crescita, che conferiscono grande interesse a questo tipo di allocazione.

I soli 517 esemplari tracciabili garantiscono l’apprezzamento in termini di valore, supportato dalla riconoscibilità internazionale del marchio italiano che, nonostante le non sempre rosee vicissitudini e i molti passaggi di testimone, da fondi di private equity a partner industriali, ha resistito a crisi e ristrutturazioni senza mai svalutarsi e perdere il prestigio acquisito.

I Riva d’epoca per dimensione registrano lunghezza di omologazione tra gli 8 e gli 8,78 mt a seconda delle differenti serie. Essendo imbarcazioni “di piccola taglia” non risentono di normative troppo stringenti sul loro possesso. I proprietari infatti, oltre a dover presentare la documentazione originale dei motori e la certificazione di autenticità, non necessitano di registrarle presso alcuna capitaneria di porto, cosi come non devono intestarle per poterle usare. Il valore di queste imbarcazioni è fortemente dipendente dallo stato di restauro e conservazione, i cui costi possono influire sul prezzo con una media del 15% e picchi fino al 25%. I costi ordinari di mantenimento sono tuttavia bassi e influiscono con una media dello 0,83% sul valore dell’asset.

 

Queste sono alcune ragioni per cui, nell’ultimo quinquennio, i Riva d’epoca sono stati sempre più assimilati e paragonati, per trend e rendimenti, agli investimenti in opere d’arte, non avendo ormai più nulla, o poco, in comune con gli andamenti dei prezzi e le dinamiche di mercato che caratterizzano i prodotti del settore nautico.

Ciononostante, per i possessori di Riva d’epoca è complicato considerare tale oggetto, acquistato per divertimento e passione del mare, come una asset class di investimento alternativa, anche in uno scenario di ricerca di forte diversificazione e decorrelazione. Tuttavia è bene considerare che le imbarcazioni Riva hanno quarant’anni di track record positivo sul mercato, con un CAGR dell’8.6%, a prova della solidità dello stesso asset.

 

I Riva d’epoca possono inoltre essere considerati asset liquidi poiché il loro tempo medio di vendita, calcolato con l’indice di rotazione del magazzino di questi prodotti per un campione di addetti ai lavori (seppur non statisticamente significativo), è di circa 93 giorni.  Inoltre, i recenti sforzi e attività sul brand Riva da parte del Gruppo ferretti di cui Riva è parte, stanno animando il mercato e conferendo internazionalmente ai Riva storici un valore consolidato di investimento grazie al focus su un restauro conforme all’originale, la certificazione e la tutela dai falsi.

Tenendo in considerazione che oggi sono pochissimi gli esemplari presenti, i Riva possono dunque essere considerati un investimento per il futuro, che realizza nel mentre un utilizzo immediato e il cui brand rappresenta un’eccellenza del Made in Italy.

Contributo a cura del dott. Battista Bellini, CEO Bellini Nautica