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Arte: crollano i prezzi dei flip artists. Case d’asta salvate dagli artisti storicizzati

La creazione di ricchezza nei nuovi mercati come l’Asia, il Medio oriente e l’America Latina ha inciso e incide nei dati di crescita del mercato dell’arte. I nuovi investitori, prevalentemente Family Office e UHNWI, stanno comprando e investendo in opere da collezione, incrementando le vendite nel settore dell’arte e globalizzando un mercato di nicchia.

Considerata la crescita del numero di collezionisti d’arte che hanno acquistato opere in ottica di investimento finanziario riportato da “Art & Finance 2014” di Deloitte, il mercato delle opere d’arte ha senza dubbio assistito ad un incremento nel numero e nel valore delle vendite.

Nello specifico, è stato il settore dell’arte contemporanea a guidare questa tendenza con opere caratterizzate da margini di crescita decisamente maggiori rispetto alle opere classiche. Quando si parla di giovani artisti emergenti, infatti, le case d’asta hanno visto crescere esponenzialmente il valore delle opere dei cosiddetti “flip artists”. È questo il caso di artisti Under 35 come Kour Pour, giovane anglo-iraniano di 26 anni, che nel picco massimo di crescita del rendimento ha visto il valore delle proprie opere aumentare del 500% in un anno, dai 15 mila dollari di gennaio 2014 ai 90 mila del settembre successivo.

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Gli analisti del settore hanno poi iniziato a lanciare segnali di allarme riguardo le speculazioni in atto all’interno del mercato di fascia alta, preoccupando numerosi collezionisti, e in effetti il trend ha riscontrato battute di arresto alla successiva asta di Phillips nel Settembre 2015, dove i 250 lotti in catalogo hanno di poco superato l’aspettativa minima generando una flessione del 23% tra i rendimenti all’interno del mercato Under 35. L’asta è stata “salvata” dalla presenza in catalogo di un buon numero di artisti storicizzati, caratterizzati da un rendimento medio minore ma da più solidità.

A conferma del fatto che l’asta di Settembre 2015 di Phillips a New York abbia segnalato l’esistenza di una bolla speculativa per l’arte contemporanea, i dati relativi all’andamento dell’asta dello scorso mese di Christie’s a Londra sono significativi. La casa britannica ha registrato vendite per un valore al di sotto della stima minima, segnando un trend di rendimento costante solo per le opere degli artisti storicizzati in contrasto con il crollo di valore dei più giovani, confermando l’ipotesi di sopravvalutazione. L’ultima notizia per quanto riguarda questo tema è costituita dai risultati dell’asta New Now di Phillips a New York lo scorso 29 Febbraio. Nonostante siano stati raggiunti prezzi solidi per alcuni nomi giovani, sono stati venduti circa il 50% dei lotti per un valore pari al 60% del totale. Le vendite hanno raggiunto la quota di 4 milioni di euro, rimanendo al di sotto delle aspettative minime.

In conclusione il mercato, dopo anni di crescita a colpi di record capaci di spaventare anche i collezionisti e gli operatori più esperti, ora sembra consentire una più ragionata asset allocation tra i diversi profili di rischio/performance connesse ad un patrimonio artistico.