L’uomo iniziò ad estrarre oro circa 6.000 anni fa; si calcola che fino ad oggi siano state estratte circa 183.000 tonnellate e annualmente circa 3.000 tonnellate. La quantità di oro rimanente da estrarre, si stima essere di circa 50.000 tonnellate. La parola oro deriva dal latino “Aurum”, che indica ciò che brilla. Grazie alle proprietà fisiche, semplicità di lavorazione, lucentezza e indistruttibilità, ha assunto un ruolo unico nella storia del genere umano.

L’oro è la materia prima per eccellenza in quanto oltre a rivestire una funzione industriale, riserva delle banche centrali, prodotto da investimento, è anche valuta: moneta per eccellenza in quanto non stampabile, è l’unica forma di denaro reale che esiste da vari millenni.

Negli ultimi anni ha ricoperto un ruolo importante come elemento di diversificazione e protezione nei portafogli, ritornando a essere un bene rifugio contro turbolenze macroeconomiche, problemi geopolitici ed inflazione, in un momento particolare caratterizzato da cambiamenti epocali.                                                                                                                                                                   

Oltre a quanto indicato, esistono altre motivazioni che spiegano gli investimenti in oro:

perchè investire in oroUn ruolo fondamentale, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta, svolgono le banche centrali, il cui comportamento è profondamente cambiato negli anni. Fino ai primi del 2000 le banche centrali erano venditrici nette mentre adesso, specialmente nei paesi emergenti, sono divenute acquirenti, sempre in un’ottica di diversificazione delle proprie riserve.

Nel 2015 la Cina ha aumentato le sue riserve del 70%, la Russia del 18%. Gli acquisti combinati di Cinesi e Russi rappresentato il 95% di quelli di tutte le banche centrali del mondo. Mentre da un lato le grandi istituzioni finanziarie dei paesi emergenti attualmente accumulano oro, le banche centrali dei paesi sviluppati mantengono invariate le loro riserve.  Addirittura la Germania, ha chiesto il rimpatrio delle riserve auree detenute negli stati Uniti.

Storicamente, l’oro ha dimostrato di mantenere il potere di acquisto nel tempo ad esempio, nel 1920 con 19 once d’oro si poteva comprare una Ford Model T; nel 2017 una Ford Focus. Questo dimostra che a distanza di 100 anni, la stessa quantità di oro consente di acquistare lo stesso paniere di beni.  Invece, la cartamoneta ha perso sostanzialmente il suo potere di acquisto, mantenendo sia la sua funzione di strumento di pagamento, sia quella di mezzo di misurazione del valore, come evidenziato in figura 1. Ciò rafforza l’idea, che la presenza dell’oro all’interno di un portafoglio di investimenti sia utile per aumentare la propensione alla conservazione del potere di acquisto.

Figura 1

oro valore

Grazie alla sua limitata correlazione con l’andamento delle quotazioni di azioni ed obbligazioni, l’oro permette di diversificare maggiormente un portafoglio poiché dipende da fattori non correlati al mercato azionario e obbligazionario come la domanda e l’offerta, l’andamento del Dollaro USA, il tasso di inflazione ed i tassi di interesse. Quanto sopra evidenziato spiega come mai gestioni patrimoniali che comprendano una quota percentuale limitata di investimenti in Oro, dal 5 al 10 %, risultano più stabili nelle performance. 

In Italia inoltre da febbraio 2000, è stato abolito il monopolio di Stato sull’oro, che ha permesso finalmente anche ai risparmiatori privati di acquistare monete e lingotti di Oro puro in regime di esenzione IVA.

 

“Gold is Money. Everything Else is Credit.“ “L’Oro è Moneta. Ogni Altra Cosa è Credito.“ – J.P. Morgan

 

Contributo a cura di Italpreziosi Spa