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La sharing economy traina il Real Estate

Il 2015 è stato un anno di ripresa per il mercato immobiliare italiano grazie ad un aumento delle compravendite (+5,2% sul 2014). Secondo quanto riportato dall’Istat, la crescita del settore si circoscrive al solo comparto residenziale. L’Istat ha inoltre stimato un calo nei prezzi degli immobili pari al 2,4% rispetto al 2014, imputabile a una flessione dei prezzi sia delle abitazioni esistenti che delle abitazioni di nuova costruzione e propulsore delle maggiori compravendite. Tuttavia, bisogna considerare che gli investimenti immobiliari avvengono principalmente nelle grandi città e al Nord Italia, dove si registra un aumento tendenziale del 5,6%, a fronte del +4,8% dei piccoli centri. Tra questi, i centri con meno di mille abitanti, conosciuti come “comuni polvere”, fronteggiano il rischio di desertificazione. Le amministrazioni locali hanno messo in atto una serie di iniziative per attrarre i giovani nei piccoli centri quali incentivi economici e fiscali o la vendita a cifre simboliche delle case abbandonate nei centri storici.

In tale contesto, l’home sharing responsabile” promosso da alcune piattaforme web di ospitalità come AirBnb, oltre ad essere un nuovo propulsore di turismo, può diventare uno strumento chiave per il real estate italiano. Infatti, secondo esperti di settore, Il 2016 sarà l’anno della consacrazione dell’economia basata sulla condivisione, soprattutto nel turismo. Nel 2015, delle oltre 500 piattaforme di sharing economy, l’11% riguardava viaggi e alloggi.

home sharing

Airbnb ha rilasciato uno studio nel 2015 sulla propria community in Italia a testimonianza che il servizio offerto contribuisce ad un beneficio economico locale complessivo di 3,4 miliardi (pari allo 0,22% del Pil) supportando l’equivalente di 98.400 posti di lavoro, offrendo agli host una fonte supplementare di reddito e supportando le imprese locali che generalmente traggono meno benefici dal turismo. Lo studio è stato effettuato da Airbnb e Sociometrica e analizza tutti i viaggi effettuati in Italia da gennaio 2015 a gennaio 2016. Secondo quanto riportato, almeno 3,6 milioni di ospiti hanno usato Airbnb per viaggiare in Italia e 82.900 host italiani hanno accolto ospiti nelle loro case. I visitatori accolti hanno speso 2,13 miliardi presso le attività commerciali locali (impatto netto). Vi sono inoltre stati benefici per il settore turistico poiché tale esperienza di condivisione ha attirato nuovi visitatori che si sono fermati più a lungo (3,6 notti di media) e hanno speso di più, gli stessi dichiarano che non si sarebbero recati in Italia con soluzioni di alloggio tradizionali. Questi nuovi turisti sono più propensi a tornare (76%) e hanno contribuito a generare un indotto presso comunità e attività locali al di fuori dei circuiti turistici tradizionali (38% del budget del viaggio) e che tendenzialmente ne restavano ai margini.

Dunque, l’home sharing si candida a diventare uno strumento di “smobilizzazione” del mercato immobiliare italiano in ripresa dal 2016 dopo gli ultimi dieci anni di inflessione.