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La fotografia del mercato dell’arte 2016

Il TEFAF Art Market Report 2017 scatta una fotografia di un’industria più piccola di quella precedentemente considerata ma maggiormente rappresentativa e solida, nonostante la crisi economica globale e le incertezze politiche. Secondo quanto riportato, le vendite nel mercato globale dell’arte nel 2016 sono cresciute dell’1,7% rispetto al 2015 (45 mld $ vs. 44 mld $), con Europa, Stati Uniti e Asia prime piazze di scambio per volume di affari.

Durante lo scorso anno le vendite in asta hanno subito un drastico calo attestandosi a 16,9 miliardi di dollari, in discesa del 18,8% e causando una conseguente diminuzione nel numero dei lotti scambiati del 21,5% rispetto al 2015. In particolare a soffrire maggiormente sono stati gli Stati Uniti con perdite del 41% in valore (ma solo il 9% in numero di lotti) e l’Europa che ha perso il 13% del valore, probabilmente a causa della concomitanza tra l’annuncio della Brexit e la settimana dell’arte contemporanea a Londra. In Asia, il mercato delle aste non ha subito invece variazioni significative.

Secondo il report, la ragione di questo calo nelle vendite delle case d’asta è la crescita del valore delle vendite private, che comprendono trattative gestite da dealer, case d’asta e galleristi indipendenti e che hanno rappresentato il 70% del mercato totale, con una crescita del 24% del valore delle vendite rispetto al 2015.

total sales art market

Infatti, degli oltre 20,5 miliardi di dollari di vendite ricavati in Europa, circa 14,2 miliardi derivano da gallerie e mercanti, e 5,22 miliardi dalle aste. Segue l’America con quasi 10 miliardi di dollari di transazioni, di cui 6,81 scambiati privatamente. All’interno delle specifiche zone, i paesi che hanno totalizzato il maggior numero di vendite sono stati gli Stati Uniti (29,5%), seguiti da Regno Unito (24%) e Cina (18%). 

Il calo delle vendite in asta dipende anche dalla richiesta di maggiore riservatezza nelle transazioni effettuate. La spinta verso crescente discrezione e anonimato influenza il modo di fare business delle case d’asta, che hanno incrementato il numero di vendite private, a beneficio dei mercanti d’arte indipendenti che possono garantire opere di grande valore e maggiore privacy alle controparti.  Gli stessi mercanti d’arte hanno a loro volta adottato nuovi modelli di business per sfruttare la maggiore circolazione di informazioni attraverso i social media e internet, e spostare online le vendite alla fascia di mercato più bassa, i compratori sotto i diecimila euro.

Sulla base di questi dati il report ha osservato un diffuso ottimismo per il settore, che verrà assicurato mantenendo i principi di qualità, credibilità, stabilità, indipendentemente dai possibili cambiamenti di scenario economico e politico nel 2017.