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Impact Investing: Metodi di misurazione dell’impatto

La crescita di consapevolezza verso i progetti di Impact Investing promossi da Fondi, Fondazioni e Next Gen di famiglie UHNWI, genera la necessità di confronto sui modelli usati per la valutazione degli impatti sociali. Chi si occupa di Impact lavora con metodi per misurare gli obiettivi economici e sociali dei vari progetti che variano in approccio e in rigore e vengono impiegati in tutte le fasi di valutazione delle progettualità: dalla due diligence pre-investimento sulla validità del progetto, alla pianificazione degli attori e delle strutture necessarie per ottenere un determinato impatto; dal controllo diretto durante alla valutazione ex post dei risultati confrontati con l’obiettivo target. In particolare, la fase di valutazione ex post è necessaria per poter comunicare ai diversi stakeholder dei progetti in maniera chiara e trasparente i risultati ottenuti e richiedere successivi finanziamenti.

I modelli di valutazione principalmente usati sono 4, entrambi con peculiarità e problematicità che spingono la ricerca di settore ad identificare un modello più complessivo di stima.

Social Return on Investment. Tale indicatore, principalmente usato in ambito economico-finanziario, è un rapporto tra la stima ex-ante del valore monetario del cambiamento sociale generato e gli investimenti necessari per raggiungere tali benefici, attualizzando al valore odierno dell’investimento. Il suo impiego avviene in fase di pre-selezione degli investimenti per fare screening tra i progetti in base al loro social performance assessment e permette di agire in fase ex-post sulla valutazione della performance e sulla reportistica. È uno degli indicatori più utilizzati poiché sintetico e basato su quantificazioni monetarie, capace di omogeneizzare le valutazioni di diversi progetti e ottenere un numero chiaro, univoco, facilmente presentabile ai diversi gruppi di stakeholder del progetto. Tuttavia, essendo basato sull’assegnazione di stime monetarie a valutazioni sociali comporta la penalizzazione di quei progetti che coinvolgono popolazioni o problemi maggiormente sfidanti, il cui outcome non è certo essere positivo. Lo SROI viene comunque diffusamente usato perché prevede il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e l’evidenza del rapporto tra attività, risorse e valore prodotto.

Theory of Change. Tale framework si accompagna al logic model per spiegare il processo di generare un impatto sociale atteso. Si basa sulla definizione di input, attività, output, obiettivi di breve e lungo termine e risultati che vengono rappresentati tramite una matrice rappresentativa del progetto in ogni fase e componente, evidenziando i risultati intermedi che generano l’impatto atteso. Questo metodo viene principalmente utilizzato per descrivere le sequenze di azioni che generano un cambiamento e come questo avviene, considerando anche i cambiamenti casuali, senza una spiegazione logica lineare. I risultati ottenuti dal framework possono essere distinti secondo due principali categorie. Possono essere presentati in termini di complessità dell’intervento, specificando la sequenza causale e i fattori che la influenzano oppure tramite la misurazione della complessità della strategia operativa. Essendo un metodo facile da capire e flessibile può essere usato per stimare diverse fasi di uno stesso processo, condurre due diligence per selezionare gli investimenti migliori, allineare gli incentivi e monitorare la causalità identificando gli indicatori migliori per rappresentare gli obiettivi raggiunti. Tuttavia, essendo gli impatti sociali difficili da identificare, si rischia di ridurre il cambiamento sociale ad un processo lineare, causando una erronea confidenza nei risultati ottenuti da parte di alcune organizzazioni.

Metodi di allineamento alla missione. Misurano l’esecuzione di una strategia o di un progetto in comparazione alla sua missione e agli obiettivi finali che si vogliono ottenere e si affidano a degli indicatori di punteggio “scorecard” che stabiliscono una priorità di investimento tra i vari progetti. Tali indicatori si ottengono tramite la misurazione dei c.d. “social value criteria” ottenuti tramite sondaggi e survey per calcolare la performance dei progetti circa l’impatto sociale e la sostenibilità della struttura finanziaria del progetto nel tempo. Le metriche inserite nell’indicatore esplorano il grado di performance operativa, l’efficacia organizzativa, le finanze e il valore sociale. Spesso gli indicatori vengono tra loro comparati con dati storici, previsioni o progetti simili. Tali indicatori sono assimilabili a quelli aziendali quindi sono facili da usare e da spiegare ai vertici del progetto. Tuttavia, gli indicatori ottenuti dai sondaggi hanno un valore soltanto se i dati alla base sono validi e dipendono molto dalle metriche incluse per cui non sono sempre utilizzabili per confrontare progetti diversi.

Metodi Sperimentali e Quasi Sperimentali. Usati dai ricercatori per valutare l’effetto di politiche sociali, sono valutazioni ex-post condotte utilizzando un gruppo di controllo selezionato in modo random o un altro controfattuale e un gruppo che ha subito un “trattamento” per comparare l’impatto di un intervento con una situazione neutra. Tali metodologie sono estremamente rigide e non permettono durante la fase di realizzazione del progetto di apportare dei cambiamenti di misurazione o indicatori. Un gruppo sottoposto ad un programma viene solitamente comparato con un gruppo non sottoposto che ha delle caratteristiche economico-sociali simili al gruppo “trattato”. I principali metodi sono comparazione pre/post, comparazione attuale vs. dato storico, regression discontinuity design (comparazione con i sopra e i sotto soglia di eleggibilità per un programma) e il Difference in Difference. Il Difference in Difference è il modello di stima più solido poiché calcola l’effetto di un progetto su un una variabile di risposta confrontando la variazione media nel tempo nella variabile di risposta per il gruppo di trattamento, rispetto al variazione media nel tempo per il gruppo di controllo. Anche se è stato creato per mitigare gli effetti dei fattori estranei e l’errore di selezione, a seconda di come viene scelto il gruppo di trattamento, questo metodo può essere ancora soggetto a determinare false stime. A differenza di una stima dell’effetto del trattamento su una serie storica (che analizza le differenze nel tempo) o di una stima dell’effetto del trattamento in due gruppi differenti nello stesso momento (che misura la differenza tra il trattamento e gruppi di controllo), il DID utilizza dati panel e riesce a misurare in maniera consistente le relazioni di causa e effetto in determinati processi. Tuttavia risultano metodi di valutazione maggiormente impegnativi da un punto di vista finanziario poiché richiedono il monitoraggio nel tempo dei vari gruppi che formano il campione e possono non essere fattibili da un punto di vista etico.