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Il settore privato si fa carico della valorizzazione artistica

La cultura è uno dei motori primari dell’economia italiana e produce un indotto di oltre 89,7 miliardi di euro. Il 6,1% della ricchezza prodotta in Italia, secondo quanto riportato nel rapporto “Io sono cultura” 2016 d’UNIONCAMERE. Non solo, il settore culturale ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8. In altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,8 in altri settori, con particolare riferimento al turismo che è il principale beneficiario di questo effetto volano: più di un terzo (il 37,5%) della spesa turistica nazionale è infatti attivato proprio dalla cultura.

Di fronte a questo enorme potenziale, si avverte ora la necessità di creare adeguati processi di valorizzazione del patrimonio storico artistico italiano, ricorrendo a più convenienti assetti organizzativi e gestionali. In tale prospettiva, nuovi attori si sono affiancati alla funzione pubblica della governance del patrimonio culturale, dando vita a forme di partenariato pubblico-privato.

Le iniziative di sponsorizzazione da parte di molte imprese industriali verso poli culturali hanno avuto due direttive principali. Da un lato, il puro finanziamento per i restauri di opere pubbliche da parte di grandi case delle moda come Fendi, che ha finanziato interamente il restauro della Fontana di Trevi a Roma, o Ferragamo che negli ultimi anni ha finanziato il restauro di otto sale degli Uffizi di Firenze. Dall’altro sono sorte forme di collaborazione volte a creare sinergie di lungo periodo nella valorizzazione culturale, senza limitarsi al solo finanziamento della manutenzione. Un esempio per tutti: Yoox Group ha stretto una partnership con la Pinacoteca Ambrosiana di Milano impegnandosi a promuovere Leonardo e la sua arte in oltre cento Paesi nel mondo, offrendo un viaggio virtuale nella collezione di inestimabile valore della Pinacoteca ma anche attraverso eventi e progetti speciali e il finanziamento del restauro di alcune delle opere ospitate dal museo milanese.

Lo sviluppo di nuove forme di coinvolgimento del settore privato a favore delle istituzioni culturali ha portato alcune imprese anche a partecipare alla governance del patrimonio culturale. Sono un esempio i Musei Civici di Venezia, nel cui statuto è prevista la presenza di un membro privato nel consiglio di amministrazione e Palazzo Strozzi a Firenze, in cui l’Associazione dei partner aziendali ha diritto alla nomina di due dei sette membri del consiglio di amministrazione. L’ingresso crescente del capitale privato nella gestione dei beni culturali pubblici è un fenomeno in atto che si accompagna ad un vivace dibattito sulla necessità di proteggere l’autonomia e la missione delle istituzioni museali beneficiarie di questi interventi. L’obiettivo è quello di riconoscere dei benefit a quei soggetti che concorrono a intensificare l’afflusso dei turisti al museo e di sopperire la carenza di competenze tramite l’uso di capitale privato per il finanziamento di programmi di fellowship.  È quanto accaduto, ad esempio, nei Musei Vaticani, dove le donazioni sono andate a finanziare programmi di fellowship a favore di 40 restauratori non in organico. Una seconda modalità con cui cultura e impresa trovano forme di partnership è quella delle imprese che si affermano come poli di produzione artistica attraverso fondazioni ad hoc. La Fondazione MAST, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia è un centro polifunzionale e spazio espositivo realizzato a Bologna nel 2013 grazie al Gruppo Coesia, leader nel settore della meccanica industriale. Il panorama delle Fondazioni Private rappresenta un ecosistema molto ampio e disomogeneo che abbraccia Fondazioni di origine bancaria, Fondazioni d’impresa e numerose Fondazioni legate a iniziativa della società civile. A favore della cultura, valorizzano collezioni permanenti con apertura di spazi espositivi, centri di ricerca per l’arte, residenze d’artista, centri espositivi di produzione “site specific”, parchi d’arte, divenendo spesso ideatori di concept che scoprono luoghi restituendoli alla fruizione pubblica. Un sistema che sperimenta, realizza, stimola energie e risorse e sempre più comincia a trasformare anche i connotati dei territori, in un Paese che ha una incredibile parcellizzato patrimonio storico artistico.